River trip 2016

4 Agosto 2016

Sveglia, sveglia!
Chi alle 6.00, chi alle 7.00 e chi poco dopo, siamo tutti in movimento di buon mattino per dare inizio al River trip 2016!
C’è chi come me si ritrova al famoso “Gardenia” di Rivoli per la prima volta, chi va a fare gli ultimi acquisti per l’allegra comitiva, chi forse fa fatica a svegliare i bambini e arriva con qualche secondo di ritardo, chi ha già dormito in loco la notte prima e combatte con l’inospitalità di un campeggio francese che non vuole gruppi superiori alle 30 persone …. piano piano, uno dopo l’altro, dalle 10.00 in avanti, arriviamo all’imbarco dell’Argentiere, che viene colonizzato dal “popolo” dell’Alpi Kayak!
Occhi puntati al cielo e telefonini alla mano per consultare meteo France : ecco i gesti che ci accompagneranno fino a domenica, il tempo è ballerino e possiamo solo limitarci a scommettere su previsioni più meno azzeccate!
Insomma, il tempo ci assisterà o meno? Meglio che piova durante la discesa o all’arrivo al campeggio? E se piove quando dobbiamo cambiarci? Questo cielo ci lascerà montare le tende in santa pace? E la cena, la faremo all’asciutto o no?
Ma pioggia a parte, è ora di prepararsi: amici, familiari e bambini vengono dotati dell’attrezzatura per scendere con il gommone. Ah già! Il gommone: ben presto soprannominato dal timoniere Roberto, “l’imbarcazione di Berlusconi”, per la sua imponenza, il mostro giallo (buono) prende forma grazie ad alcuni volontari che si danno il cambio con alcune pompe e all’aggeggio di Dante, una pompetta elettrica che fa un rumore stentato e poco rassicurante, ma che in realtà ci toglie dall’impiccio e ci dà una grossa mano! Mai dubitare dell’attrezzatura messa a disposizione da Dante!
Nel frattempo, anche il gruppo degli sfrattati dal primo campeggio francese, che ha dovuto smontare e rimontare le tende, arriva a completare il gruppo: rapido conteggio delle macchine, dei guidatori, dei canoisti, degli accompagnatori non pagaianti, trasferimento dei mezzi al punto di arrivo e a mezzogiorno, circa, siamo pronti per entrare in acqua.
Il gommone con 9 adulti e 5 bambini, è accerchiato, seguito, preceduto da una ventina di canoe, un serpentone colorato, tra le quali spicca il la Topo 2, dove Valerio e il giovane Andrea, canoista in erba (categoria under 12!), manovrano disinvolti nelle morte, traghettano senza difficoltà, risalgono la corrente … insomma … solo a vederli si capisce che si stanno divertendo un mondo!
Il percorso è obiettivamente facile: lo dico anche io a posteriori, da brava principiante con la mia bella dose di insicurezza e paura! Osservo gli altri giocare nelle morte a più non posso, sanno, probabilmente, che il percorso non darà grandi brividi e emozioni.
Dal gommone arrivano cori allegri, la lezione teorica a riva sembra aver dato buoni risultati: l’equipaggio è compatto, qualche scambio di posto di tanto in tanto e urla di soddisfazione nei passaggi più impegnativi!
Una delle cose belle e strane dell’andare in canoa è il dilatarsi del tempo: privati, quasi tutti, degli orologi, tranne qualcuno che è dotato di mezzi subacquei, non si sa più a che ora esattamente si parte, quanto ci stiamo mettendo a scendere, se siamo lenti o veloci, … alla domanda “secondo te che ore saranno” le risposte sono le più diverse!
Solo le nuvole sopra la nostra testa ci ricordano che il meteo aveva annunciato rovesci localizzati nel primo pomeriggio e infatti nell’ultimo tratto veniamo investiti da vento e pioggia, che solleticano il viso e punge. I più esperti andranno in marcia indietro!
Bagnati e infreddoliti, e anche un po’ stanchi, perché, diciamolo, anche se il percorso non era tecnicamente impegnativo, andare in canoa comunque stanca (!!!), sbarchiamo direttamente in campeggio.
E recuperiamo gli orologi, accorgendosi che c’è tutto il tempo per rilassarsi, montare le tende, fare la doccia, chiacchierare sul prato, giocare con i cani, andare a Saint Clement nel negozio di Natalie a farsi gli occhi o a svuotare il portafoglio …. dipende, chissà perché nessuno vuole prestare la propria carta di credito! E c’è pure il tempo per dormire.
Dimenticavo: … e per mettere a stendere! Per me che sono al mio primo river trip, vedere le corde da recupero utilizzate come fili da stendere tra un albero e l’altro, quasi a delimitare il nostro allegro e colorato territorio, mi fa sentire parte della tribù!
La “tregua meteo” del pomeriggio … come dire … finisce con il pomeriggio! E proprio quando è ora di iniziare a preparare la cena, la pioggia inizia a tenerci compagnia. E così, stretti stretti sotto il tendone, prende vita spontaneamente una catena di montaggio per tagliare pomodori, formaggi, meloni, aprire sughi, pasta, fagioli, tonno e allestire il banchetto serale. Si comincia a spargere la voce che è “la cena è pronta” e alla chetichella arriviamo sotto il tendone che fa fatica a ospitarci tutti.
Anche i vegetariani sono accontentati, eh già, perché qui nulla è lasciato al caso e all’improvvisazione!
Le chiacchiere scorrono allegre, soprattutto nella seconda parte della serata, quando il tendone si è un po’ svuotato e rimangono solo i veterani della canoa o del limoncello! Le due cose insieme non sono male per dare il via ai racconti sulla Rabioux, la rapida che ci aspetta l’indomani, e simili.
Racconti, ovviamente, che vorrebbero essere rassicuranti, perché la rapida non è più come una volta, perché adesso le gare non si fanno più, perché l’hanno spianata, bla bla bla …. ma credo che nel DNA del canoista, ci sia un qualche cosa che li (o ci … io ancora non so se mi posso definire tale!) spinge a raccontare di incidenti e episodi negativi! Sarà un rito scaramantico? In ogni caso, anche questa sera ci sono, per la gioia dei principianti come me!
La giornata è iniziata presto e domani ci attende altra acqua, più mossa di quella di oggi: come eravamo arrivati alla chetichella, così ci sparpagliamo nelle tende e nei camper: Roberto, il timoniere, forse avrebbe dormito meglio nel gommone, sul suo camper da 2 sono in 7!
Arriva domenica … … che vista con gli occhi del sabato, suona più o meno così: ah, ma sicuramente domani, che saremo già sul posto, riusciremo a partire prima!!! Macché!
A fine trip, qualcuno dirà che di questi due giorni la cosa più semplice è andare in canoa in confronto a tutta la logistica: dal recupero delle macchine di oltre 30 canoisti, alle tende e tendone da montare/smontare, al riordino di materiali individuali e di gruppo. ..
Ma va così, non bisogna prendersela, i tempi sono questi, non stiamo facendo una gara, gli imprevisti o le incomprensioni quando si è così tanti possono capitare!
Mezzogiorno, poco più, poco meno, il gruppo è pronto per imbarcarsi nuovamente … sotto il sole!
Eh già, oggi c’è qualche onda in più, si va un po’ più veloci, c’è più movimento: e c’è traffico anche! Con la mia imbranataggine mi ritrovo spesso a sbattere contro i mie compagni o, peggio ancora, schiacciata dal gommone! Non devo essere prima, non devo essere ultima, in mezzo mi incaglio, ahhhhhhhh: potete fermare un attimo l’acqua, per favore?!?
Arriviamo alla Rabioux: di già? E scendiamo tutti per il sopraluogo! I responsi sono presto fatti: i più intrepidi passeranno in mezzo, tanto non si corre nessun rischio, al massimo ti ritrovi a frullare come nell’oblò della lavatrice; i più prudenti passeranno a destra. Indovinate dove sono passata???
Ma prima di ripartire, Roberto ricorda all’equipaggio le ultime manovre, visto che anche per i gommoni la Rabioux è pur sempre la rapida dalle emozioni più forti! E lo sentiamo dire: al mio comando i bambini in mezzo accovacciati! Non seduti, non sulle ginocchia, ma accovacciati! Dal mormorio, mi sa che la posizione non è stata ben compresa, e allora spunta una mamma a suggerire: “mettiti come quando fai la cacca!” Bellissimo, me la rido!!!
E penso alla Rabioux. Tutti sani al primo giro! Me compresa! Ci fermiamo alla rapida a giocare … un giro, un secondo giro, entra e esci dall’oblò, chiudi la lavatrice, traghetta, l’entusiasmo è tanto e iniziano i primi bagni!
Riesco ad andare a bagno anche io, che nulla ho fatto di tutto ciò: sto diligentemente attaccata a un masso alla riva e osservo gli altri, quando, a un certo punto, mi decido quanto meno a avvicinarmi a Marco e Dante che erano un po’ più giù e …………. un sasso, che vedo all’ultimo momento, in sì e no 60 cm di acqua mi offre una lezione da manuale della cosiddetta “cravatta”: pluf, sono testa sotto!
La Rabioux è uno spasso, c’è chi di noi, addirittura, abbandona la canoa e si lancia a nuoto, per poi essere recuperato con le corde.
Ma è uno spasso anche perché c’è un piccolo chiosco, a cui non resistiamo. Patatine, panini, dolciumi per recuperare energie … è dura decidere di ripartire. Il tempo, qui, davvero si dilata! E in fondo mi dico: tanto, siamo quasi arrivati! Altro errore di valutazione! Tanto si era parlato la sera prima della Rabioux, che nella mia testa pensavo che fatta questa, tutto finito, destinazione nelle vicinanze!
E invece no, c’è ancora un bel tratto da fare e anche qualche altro bagno!
Olly non va a bagno ma è a bagno! Eh già, stanco di sentirsi a mollo, decide di capirci un po’ di più, scende, svuota il kayak e si accorge di un bel taglio longitudinale sul fianco della canoa! GRRRRR!! A quel punto compone il numero verde, dove rispondono Dante e Mario, che scothc alla mano cercano di mettere una toppa! Forza Olly, che siamo quasi arrivati.
Manca solo la rapida del ponte di ferro: Lorenzo mi fa cenno di seguirlo e io seguo. Urla di stare a destra e poi di dare pancia a sinistra. Non so perché ma non riesco mai esattamente a seguire la scia degli altri, ma in qualche modo ce la faccio!
Come il giorno prima, l’arrivo sulla terra ferma è accompagnato da qualche goccia di pioggia, ma niente paura, la giornata è andata più che bene, e qualche tuono in lontananza ha solo lo scopo di metterci un po’ di pepe alle chiappe per muoverci a rientrare.
Oggi il tempo si è dilatato di brutto perché arriviamo che le 4 son passate da un pezzo!
Appena asciutti e cambiati, ci buttiamo sulla merenda, ovvero sul quel che resta della cena, penne al pomodoro comprese!
Ultime chiacchiere e ringraziamenti e appuntamenti: per gli appassionati canoisti, il rendez-vous è qui ad agosto, per gli affamati è a casa di Mario per la pizza a settembre!
Con oggi restituisco l’attrezzatura all’Alpi Kayak, dopo il mio anomalo e solitario corso con Mario, ma il mio è sicuramente un arrivederci. Non posso mancare alla pizza, e chissà, magari anche a qualche altra discesa!
Un grazie di cuore a tutti! Per questi due giorni, per tutte le fatiche organizzative, per la stagione invernale passata in piscina, per la calorosa accoglienza, per gli incoraggiamenti nelle discese fatte insieme, per la generosità di gesti e sorrisi! E mo’ basta! Che vi montate la testa!
Juliette

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