Tamur River, Nepal

10 Maggio 2017

Di Roberto Elos

Non mi sembra vero sono in Nepal.
Una decisione presa in pochi giorni, grazie anche alla complicità di mia moglie.
Appena una settimana fa mi chiamava Miki Gramaglia dicendomi che lui e Pietro Berga sarebbero andati a fare un River trip sul Tamur, nella zona del Kanchenjunga, un bel fiume con rapide di 4, 4+ di volume in un ambiente straordinario che solo il Nepal ti sa regalare.

Allora pronti via… partiamo domenica 19 febbraio per Kathmandu con la Turkish Airlines da Malpensa. Il viaggio scorre veloce. Abbiamo deciso di comune accordo di non portare le canoe per non incorrere in problemi di trasporto con la compagnia aerea.

Una volta a Kathmandu ci rivolgiamo all’agenzia Mountain River Rafting per chiedere un Rafting con guida che ci potesse portare i viveri e tutto il materiale da campo. Riusciamo anche a ottenere un buon prezzo ottenendo la gratuità dell’affitto canoe rispetto a quello che ci chiedevano altre agenzie. Sarà forse perché era inizio stagione? Fatto sta che il giorno dopo partiamo con un bus privato alla volta di Basantapur.

Se uno pensa che fare Kayak in Nepal possa essere pericoloso non immagina quanto lo sia di più un viaggio di 600 km su strada per come guidano i nepalesi: hanno la strana abitudine di superare anche nelle curve cieche suonando continuamente il clacson. Inoltre i contrattempi sono sempre dietro l’angolo: abbiamo perso più di 3 ore per attendere che finisse una manifestazione contro il governo maoista e che ci ha obbligati a una sosta forzata parecchi chilometri prima di Basantapur. Come se non bastasse il giorno dopo era finita la benzina e casualmente c’era lo sciopero dei trasporti. Altra mattinata persa nell’aspettare una jeep locale che ci potesse portare a Basantapur dove avremmo iniziato il trekking di due giorni per avvicinarci al fiume.
In realtà il trekking è di 3 giorni ma abbiamo dovuto velocizzare l’andatura a causa del tempo perso facendo tappe molto più lunghe e godendoci una discesa di 2600 metri di dislivello tutta di un fiato.

A Doban, dove eravamo d’accordo di trovarci con la guida rafting, troviamo un bel campo preparato apposta per noi con un’ottima cucina nepalese. Questo ci ha permesso di riprenderci dalla faticaccia e di prepararci per il nostro River trip. Infatti il giorno dopo iniziamo a pagaiare su delle bellissime rapide di 4 di volume che ci permettono di scendere a vista, salvo che in un paio di rapide di 4+, complice anche il fatto che livello dell’acqua non è alto.

L’esperienza del River trip è unica perché fermarsi su una spiaggia lungo il fiume, accendere il falò, mangiare tutti insieme e dimenticare il tempo che passa, dopo aver pagaiato per 40-50 km per tutto il giorno, ti permette di vivere senzazioni molto belle.
Inoltre condividere tutto ciò con Pietro e Miki che sono stati per me due punti di riferimento molto importanti nel mondo canoistico, non ha prezzo.

Il River trip non si presenta però tutto rosa e fiori: infatti il secondo e il terzo giorno dobbiamo fare i conti con almeno 80 – 90 km di fiume piatto controvento. Insomma una “passeggiata” che non ci aspettavamo così lunga perché la guida, a detta sua, ce l’aveva tenuta nascosta per non scoraggiarci. Vabbè, sarebbe stato meglio ci avesse avvisati…

Fortunatamente il quarto e ultimo giorno di River trip ci regala una serie di rapide di 4, 4+ di volume una più bella dell’altra in un ambiente che tende a essere molto più vario, a volte ingolato ma mai pericoloso.
Pagaiamo tutto il giorno con un bel sorriso stampato in faccia dimenticandoci in fretta della grande fatica provata nei giorni precedenti. Infatti la giornata scorre veloce con un susseguirsi infinito di rapide scese tutte a vista grazie anche alla grande esperienza di Pietro che scende sempre per primo.
Negli ultimi chilometri il Tamur si getta nel Sunkoshi, la portata del fiume quadruplica e ci godiamo l’ultimo treno di onde giganti in un ambiente sempre selvaggio.

Concludiamo il nostro River trip a Dharan in una sorta di centro raccolta delle canne di bambù: infatti avevamo notato più persone negli ultimi 2 giorni costruire lungo la riva del fiume zattere di bambù con le quali scendere fino a Dharan. Complimenti a loro …
Il viaggio di rientro a Kathmandu è più scorrevole forse anche perché noi tre eravamo soddisfatti dell’esperienza.
Sicuramente ritorneremo in Nepal per un’altro River trip.
Ringraziamo la Mountain River Rafting di Kathmandu per la organizzazione e la logistica.

Paddlers:
Roberto Elos, Pietro Berga e Miki Gramaglia

Foto: Pietro Berga

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