Per chi è principiante come me, andare in canoa è un’emozione ogni volta grandissima: mente corpo e cuore danzano insieme alle onde.
O almeno ci provano!
In verità il cuore batte a trecento all’ora, il corpo cerca di fare quello che la mente comanda e la mente dice: ‘oddioooo’ Ogni volta che scendi è un regalo:amici più esperti ti guidano e consigliano, ti ripescano quando finisci a mollo, ti incoraggiano, ti sorridono…
La gita che abbiamo fatto sul Sesia è stata bellissima. L’acqua verde, trasparente, le rocce grigie, a volte bianche, montagne all’orizzonte e colline verdi tutt’intorno. Beh, tutto questo devo ammettere che l’ho notato da fuori, prima che ci imbarcassimo, poi una volta in acqua… altro che panorama! Onde, acqua, pietroni… gli occhi puntati sulla giacca rossa di Miki che traccia le linee da seguire… Miki che mentre scende tra quei sussulti e quelle ondate d’acqua in faccia riesce pure a girarsi e a sorridere in modo rassicurante.
Ma veniamo alla discesa di domenica. Prima di imbarcarci Lorenzo,Graziella, Mario, Maurizio e Miki Pat ci portano a vedere la Balmuccia, una rapida che la senti rombare già da in cima al sentiero. Il cuore inizia ad accelerare, poi si calma quando sente Lorenzo dire; ‘Questa non la facciamo’.
Ci imbarchiamo poco più sotto. Siamo in 9: 4 principianti (io, Cesare, Olivier e Marco), e poi Diego, Mario, Lorenzo, Miki e Maurizio. Graziella ci guarda da lontano.
Si parte! La discesa è divertentissima. Io ringrazio che non ci sia molta acqua e ringrazio chi ci accompagna, per loro la discesa è godibile ma davvero semplice: Maurizio scende le rapide quasi coricato sulla canoa. Se fumasse la pipa credo che se la accenderebbe, Lorenzo chiama i massi per nome e loro gli rispondo sorridendo, Mario non conosce quel tratto ma si muove come nel giardino di casa e Miki gioca con le onde facendo fare alla canoa cose che nemmeno la canoa sa di poter fare.
Noi quattro ce la caviamo alla grande: Marco con la sua tecnica del ‘pagaia come un dannato’, Cesare che si fa attirare delle lingue d’acqua proibite, Olivier con lo sguardo sornione (lui sì, davvero, danza fra un’onda e l’altra).. e poi ci sono io che non so bene come faccio, ma stavolta scendo con la testa fuori dall’acqua.
Arrivati alla Trancia, scendiamo per osservare la rapida. Mario ci spiega, con la sua solita calma rassicurante, che dobbiamo passare a destra di quel masso lì, poi stare sulla sinistra ‘…vedete lì c’è un ondone, poi un altro e poi un altro ancora …con 4 pagaiate siete fuori’. Occhio a non andare nel buco lì a destra’.
Tutto chiaro. Miki parte per primo per farci vedere. Lo osserviamo da terra. Sembra facile.
Ci imbarchiamo. Scende Lorenzo, scende Mario, scende Cesare, poi Marco, poi Olly… Oddio son rimasta da sola… Vedo Graziella sulla riva, Miki che fa i filmati (un ennesimo bagno immortalato, penso!) e vado. Una volta in acqua il pietrone di riferimento è uguale agli altri dieci che vedo spuntare tra le onde, penso a Mario che dice ‘quattro pagaiate e siete fuori’ Mah… Poi penso alle ultime parole di Marco: ‘In pratica stai tutto a sinistra e pagaia come una dannata’. Scelgo la ‘tecnica Marco ‘e vado.
Tutti salvi! Nessun bagno immortalato. Almeno per ora.
Le rapide successive filano via lisce, a volte ci sono degli ondoni che se tieni la bocca aperta ti ingolli un paio di litri d’acqua, ma niente di più. Ogni tanto Lorenzo ci prepara per il tratto che verrà, dicendoci dove passare. Io seguo le giacche rosse di Miki e di Mario, e mi diverto un casino. Scopro che alcune rapide hanno dei nomi (meno male che ho saputo solo a cose fatte che la Trancia si chiama così perché trancia i canoisti!). E così mentre scendiamo incontriamo l’igloo e l’ubriaco, oltre a un sacco di altra roba di cui non so il nome.
I bagni di noi principianti sono stati 3, tutti eroici!
Il primo di Marco, proprio a inizio percorso, a rapida conclusa… nessuno ha capito come ha fatto a finire a mollo, ma la verità secondo me è che Marco si scioglie dopo il primo bagno e allora… meglio farlo subito!
Il secondo bagno è stato di Cesare che, girato da un pietrone, ha fatto l’eskimo con talmente tanta forza che è finito a mollo dall’altra parte. Io credo che l’abbia fatto apposta. Poco più sotto, infatti, c’erano sulla riva, una quindicina di omoni tutti bardati da supercanoisti. Erano alla prima lezione di un corso di salvataggio fluviale. Quando han visto la canoa di Cesare scendere capovolta non ci potevano credere! Era la loro grande occasione! Si sono subito attivati: uno si è buttato all’inseguimento della canoa, due hanno tirato la corda in acqua, sembravano pensare ‘Non importa dove, l’importante è lanciarla! Il sacchetto rosso però me lo tengo in mano, vurria mai che mi scappi via ch’è così bellino!’ e così Cesare si è trovato a cercare di afferrare senza successo i capi scodinzolanti delle corde lanciate in acqua… Alla fine meno male che c’erano i nostri di supercanoisti che han recuperato Cesare e canoa se no mi sa che eravamo ancora lì!
L’ultimo bagno è stato quello di Olly che, per seguire suo papà, ha preso una lingua di acqua che portava dritta dritta in un bel bucone. Olly ha saltato il buco ed è caduto, mannaggia, subito dopo. Con lo sguardo tranquillo è riemerso dall’acqua con la pagaia in mano.
Io bagni non ne ho fatti. Come dice il saggio; ‘una pagaiata attenta non potrà mai sostituire una bella botta di culo’.
Grazie a tutti per la splendida giornata!
Cristina
É disponibile a questo link l’album con le foto del River Trip 2020.