Quest’anno i Balcani sono stati la meta prescelta da molti per il lungo ponte di fine aprile. Anche un gruppo di Alpi-kayakers, composto da Francesca, Andrea, Paolo, Roby e Valerio, si è recato in “pellegrinaggio” sui fiumi dell’ex Jugoslavia.
Quattro gli stati toccati, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro; più di 3000 i km percorsi; 7 i fiumi discesi (in ordine di percorrenza):
Mrecznica, Croazia, 22 aprile – WW I – IV, livello basso;
Lunac, Bosnia, 23 aprile – WW I – IV, livello medio;
Bjostica, Bosnia, 25 aprile – WW III – IV, livello alto;
Neretva, Bosnia, 26 aprile – WW I – III, livello medio-alto;
Piva, Montenegro, 28 aprile – WW III – IV, livello alto;
Tara, Montenegro, 28 aprile – WW II – III, livello alto;
Bistrica, Slovenia, 30 aprile – WW III – IV, livello alto.
I fiumi discesi, quasi tutti a carattere di risorgiva non presentano grandi difficoltà, ma sono molto belli paesaggisticamente e a tratti divertenti, spesso in gole remote, lontane da ogni strada. I luoghi sono molto isolati e poco popolati, in particolare in Bosnia.
Qui sono ancora evidenti i segni della guerra, benché risalga ormai a una ventina di anni addietro. Il paese, a parte la capitale, ha un aspetto piuttosto povero e arretrato, a tratti squallido. Da segnalare l’imbarco della Bjostica, accessibile tramite sentieri che attraversano boschi in cui permangono le segnalazioni di zone minate.
I controlli alle frontiere tra Croazia, Bosnia e Montenegro sono ancora lunghi e snervanti. Pochi coloro che parlano inglese, soprattutto in Bosnia, ad eccezione che nella città di Sarajevo. La popolazione cordiale.