Era da tempo che tenevo nel cassetto questo viaggio in laguna con il kayak. Quest’anno grazie all’amico Beppe Racca, uno dei pochi ad avere ripetutamente disceso il fiume Po da Torino a Venezia fino ad arrivare a Trieste e Pola, e grazie all’entusiasmo dei miei amici “Cinghiali di Mare”, il desiderio è diventato realtà.
Il kayak è sicuramente il mezzo che consente di godere appieno delle bellezze che il paesaggio lagunare sa offrire, grazie alla sua agilità unita a una discreta stabilità, silenzioso per non spaventare la fauna e soprattutto con un pescaggio minimo grazie al quale è possibile navigare anche in pochi centimetri d’acqua e raggiungere mete impossibili con qualsiasi altezza di marea.
D’altro canto la laguna è il luogo più facile dove andar per mare in kayak perché il mare è abbastanza tranquillo, in quanto grazie ai bassi fondali, anche in presenza di forti venti (leggi BORA !), le onde non hanno possibilità di formarsi oltre una certa altezza. Più che con le onde ci siamo confrontati con le correnti di marea, veri e propri fiumi che scorrono nei canali a orari fissi.
Il kayak ha anche altre caratteristiche che si rivelano ottimali per la laguna, come la capacità di portare un discreto carico (vestiti asciutti, bevande, cibo, tende e sacchi a pelo per la notte) e soprattutto la possibilità di essere tirato in secco su qualsiasi tipo di superficie, agevolmente e da una sola persona. Questo è di fondamentale importanza per visitare luoghi densi di storia e tradizioni ed esplorare barene, e isole disabitate. Le barene sono zone di terra anche molto estese che sorgono a pochi centimetri dal pelo dell’acqua e che a volte spariscono sommerse dalle maree e a volte affiorano, lasciando spaziosi canali di acque basse navigabili solo in kayak o con barche a fondo piatto.
Nelle vaste distese della laguna, i tratti navigabili dei canali, sono puntualmente indicati dalle “Briccole”, costituite da tre pali in legno cerchiati di ferro sulle quali è riportato il numero e, a volte, la velocità massima consentita nel canale. Oltre alle Briccole, che agli incroci presentano una targhetta rossa a sinistra e una verde a destra per indicare l’inizio di un nuovo canale, troviamo la “Meda” , unico palo, e la “Dama”, una Briccola più grande con un palo più alto al centro.
La navigazione in laguna non presenta particolari rischi, attenzione solo agli orari delle maree per evitare di trovarsi di colpo all’asciutto su un letto di ostriche taglienti o di dover pagaiare controcorrente e magari con il vento contrario (come è successo a noi!). Un occhio di riguardo anche alle onde sollevate dai barconi nelle zone a più intensa circolazione, ed infine prepararsi ad affrontare problematiche di non facile orientamento tra l’intrico di canali, canneti e barene navigando in un paesaggio mai banale o scontato.
In conclusione, anche se le acque della laguna non sono di certo paragonabili ai mari di Corsica o Sardegna, attraverso queste antiche via d’acqua è possibile riscoprire il vecchio rapporto tra uomo e natura, un’esperienza che un buon kayaker non dovrebbe lasciarsi sfuggire.
DIARIO DI VIAGGIO
Riassumo in breve il nostro bel viaggio in laguna dal 5 al 12 settembre 2015 che ci ha portato da GRADO alle isole di BURANO e TORCELLO, con sosta alle MANCIANE del LIO PICCOLO a VENEZIA.
Ogni barena e ogni isoletta aveva il suo fascino particolare e abbiamo potuto fare i pernottamenti in comodi luoghi di agriturismo o in tenda.
1° giorno
Dedicato totalmente al viaggio TORINO / LIO PICCOLO / GRADO con la predisposizione del recupero in auto per il ritorno.
2° giorno
Imbarco da GRADO ospiti degli amici della Canottieri AUSONIA. Pausa pranzo al isolotto di BARBANA con il suo santuario, luogo sacro. Poi lungo tragitto nella laguna di Grado fino all’ isola di ANFORA. Qui lasciamo i nostri kayak a riposo e ci godiamo le delizie della trattoria AI CIODI dove l’amico Mauro ci serve il “BORETO” una deliziosa zuppa di pesce di laguna condita con aglio nero. Ci fermiamo qui per la notte sistemati in comode camere nell’Agriturismo vista mare.
3° giorno
Proseguiamo il nostro viaggio attraversando la laguna di Marano. Pausa pranzo su una spiaggia di Lignano e poi procediamo lungo canali che corrono paralleli alla costa fino a Bibione dove montiamo le nostre tende nel Camping Capalonga accolti dall’amico Giorgio gestore della scuola di Kayak.
4° giorno
Al mattino si riparte in direzione di CAORLE che raggiungiamo dopo aver costeggiato un lunghissimo litorale sabbioso e selvaggio. Superata Caorle ci infiliamo in una serie di canali interni che seguono la costa del mare. Dal Canale Revedoli, dopo una sosta pranzo presso la marina del Colonial River, sbuchiamo dritti nel Fiume PIAVE tanto caro alla Patria. La foce del fiume è costellata di Trabucchi con enormi reti da pesca. Infine raggiungiamo il canale Cavetta, dove ormai al buio ci attende l’ospitalità di Loris nel suo agriturismo per una deliziosa cena e un buon pernottamento.
5° giorno
Dall’Agriturismo Cavetta partiamo per una lunga tappa con destinazione finale: Le Manciane di LIO PICCOLO. Prima raggiungiamo IESOLO e ci buttiamo nel fiume SILE. Lunga pagaiata fino alla marina di CAVALLINO e poi proseguiamo lungo la via delle Mesole attraversando un bel tratto di laguna veneta fino al LIO PICCOLO. Infine in una laguna con segnaletiche non proprio evidenti e solo grazie al nostro intuito riusciamo a imbroccare il canale giusto per raggiungere l’Agriturismo LE MANCIANE un vero e proprio rifugio gestito in maniera eccellente da Fiorella e Galdino.
6° giorno
Dalla nostra base delle Manciane partiamo per il tour delle isole di BURANO e TORCELLO e ritorno.
7° giorno
Riposo e trasferimento in auto a Chioggia con sistemazione in campeggio.
8° giorno
In mattinata escursione in Kayak nei canali di Chioggia. Pomeriggio rientro a Torino.
Autore dell’articolo: Maurizio Pattoglio.
Tutte le fotografie relative al viaggio possono essere viste e scaricate a questo link:
https://picasaweb.google.com/112697670014737813970/CinghialiDiMareLagunari2015